Perché un progetto di EDUCAZIONE AFFETTIVA?
“Se cercheremo di aumentare l’autoconsapevolezza, di controllare più efficacemente i nostri sentimenti negativi, di conservare il nostro ottimismo, di essere perseveranti nonostante le frustrazioni, di aumentare la nostra capacità di essere empatici e di curarci degli altri, di cooperare e stabilire legami sociali – in altre parole, se presteremo attenzione in modo più sistematico all’intelligenza emotiva – potremo sperare in un futuro più sereno" (Goleman, 1996).
Parlare di affettività implica parlare di noi, di ciò che siamo, sentiamo, viviamo per poi incontrare l’altro.
"LE EMOZIONI SONO MIE, SONO TUE, SONO NOSTRE!"
L’educazione affettiva ed emotiva passa attraverso la capacità dei genitori, degli insegnanti, degli educatori, degli adulti di riferimento di dare nome e mente agli impulsi e alle emozioni che il bambino esprime con il suo comportamento. Dando nome e favorendo il processo di rispecchiamento emotivo si può infatti insegnare al bambino a contenere e gestire le sue emozioni.
La proposta di un laboratorio di educazione affettiva e sessuale a partire già dalla scuola primaria nasce dal convincimento che “domandarsi se “è troppo presto” significa quasi sempre che ne parleremo troppo tardi” (Veglia, 2004). I bambini fanno domande, sanno cose sul sesso, solo che spesso le sanno in maniera confusa e sbagliata, hanno quindi bisogno di adulti capaci di accogliere i loro interessi e la loro naturale predisposizione ad apprendere e che responsabilmente si assumano il compito di parlare di ciò che è importante per la loro crescita.
Educare alle relazioni significa fare educazione sulle tre dimensioni che ogni individuo mette in campo quando è in relazione con qualcun altro: il pensiero, il corpo e la componente emotiva. L’educazione alle relazioni è così indispensabile che non può essere soltanto una responsabilità famigliare, ma deve essere una responsabilità sociale. Nel programma di italiano, storia, matematica ecc. gli apprendimenti si organizzano in step ciascuno dei quali è propedeutico a quello successivo. Iniziamo da piccolissimi ad esempio ad imparare i numeri, poi le tabelline, le potenze e da grandi funzioni ed integrali. Anche nella sessualità dovrebbe avvenire la stessa cosa: occorre infatti che già da piccolo il bambino impari a nominare le parti del proprio corpo, a riconoscere il valore di quest’ultimo e i suoi confini, il concetto di consenso, la differenza tra ciò che è pubblico e ciò che è privato, a riconoscere i suoi impulsi, comprendere e capire che il corpo cambia, si evolve, si trasforma, sta già cambiando e cambierà. Aver acquisito queste competenze nel tempo permetterà ai nostri figli da adolescenti e da adulti di vivere con responsabilità e in maniera appagante e rispettosa la sessualità e le relazioni con gli altri.
*si specifica che struttura, contenuti e numero degli incontri vengono definiti e pensati in base alle esigenze della singola classe.
Questo progetto è stato svolto con gli allievi delle classi terza, quarta, quinta elementare presso il Progetto Berlete.
Progetti scritti dalla Dottoressa Veronica Gatti
Psicologa Psicoterapeuta
348-5207074
Ricevo presso Ambulatorio Emisfera Via Tien An Men 4, Sassuolo